Mauro Pagani torna a cantare e sfotte Trump con il suo nuovo pezzo “The Big Man”
Torna dopo 13 anni a scrivere canzoni: «la verità è che cantare mi piace tantissimo». Ne abbiamo parlato con lui alle Officine Meccaniche, lo studio di registrazione che gli fa da seconda casa. In arrivo anche un “Greatest Hits di inediti”
Dopo 13 anni di minuzioso artigianato musicale alle sue Officine Meccaniche – gli studi di registrazione che ha fondato nel 1998, un posto incredibilmente magico in cui hanno lavorato dagli Afterhours ai Muse – Mauro Pagani torna a scrivere e cantare canzoni per sé, un po’ per sfottere Donald Trump e un po’ dimostrare che è possibile scrivere canzoni divertenti anche su tematiche attuali. Ma soprattutto perché, sotto sotto, cantare gli piace davvero tanto. Lo abbiamo raggiunto negli studi milanesi per farci raccontare di Trump e del nuovo disco in arrivo.
«Non voglio passare passare né per il messia, né per il saputello né per il risvegliatore di coscienze però rivendico il diritto di tenere il cervello acceso. Nessuno più parla della realtà per non essere considerato “pesantone” io lo trovo un brutto segno del nostro tempo. Possibile che di tutto il resto non gliene freghi un cazzo a nessuno? Anche se la musica leggera è di per sé una definizione squalificante, non è vero che non può occuparsi dei sogni e delle aspettative della gente».
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